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A metà degli anni Cinquanta del ’Ottocento, l’ignoto medico amburghese Karl Wilhelm Schnars, figlio di un mediatore di zucchero, invece di inseguire l’aurea solarità del Mediterraneo, applica la propria curiositas ad una terra boscosa e scura, dal paesaggio talora nordico, ove potrebbero aleggiare i folletti della Foresta Nera, dove non si sente straniero. Questo testo ha una sua singolarità: con un certo orgoglio l’autore consegna al lettore ricordi e descrizioni di una terra incognita, con lo spirito pionieristico di un uomo di buon senso, che deve arrangiarsi in luoghi talora selvaggi, tra…mehr

Produktbeschreibung
A metà degli anni Cinquanta del ’Ottocento, l’ignoto medico amburghese Karl Wilhelm Schnars, figlio di un mediatore di zucchero, invece di inseguire l’aurea solarità del Mediterraneo, applica la propria curiositas ad una terra boscosa e scura, dal paesaggio talora nordico, ove potrebbero aleggiare i folletti della Foresta Nera, dove non si sente straniero. Questo testo ha una sua singolarità: con un certo orgoglio l’autore consegna al lettore ricordi e descrizioni di una terra incognita, con lo spirito pionieristico di un uomo di buon senso, che deve arrangiarsi in luoghi talora selvaggi, tra la diffidenza della popolazione e difficoltà del viaggio; che fa i conti con un tempo inclemente, con piogge torrenziali (del resto non era proprio il sole ad accogliere i tedeschi, che tradizionalmente si mettevano in viaggio d’autunno). E deve barcamenarsi tra lettere di raccomandazione. Intuisce la miseria e la disonestà, e svia tentativi di spillargli denaro. Dal punto di vista dello stile, è proprio lo schizzo rapido ed incisivo che Schnars persegue: dà informazioni essenziali, talora rivela le sue fonti antiquarie, ma è più vicino all’aneddotica che alla storia. Registra, quando può, cifre e dati, li confronta e affronta i pratici disagi della strada. Non manca la nostalgia in questo diario di grande simpatia umana: non per un’età mitica: il viandante non è in Grecia e neppure si sente in Magna Grecia; non vi potrebbe essere l’afflato omerico della Sicilia goethiana. È la nostalgia per luoghi che un evento naturale, catastrofico, ha mutato: il terremoto del 16 dicembre 1857. Il raffronto tra prima e dopo costituisce il leitmotiv dei ricordi e una certa premura alla descrizione dei luoghi così com’erano. L’autore si sente chiamato a far da testimone: una testimonianza forzatamente imparziale, scientifica. Proprio come un medico che diagnostica il male, e nel prescrivere la terapia s’impone di ignorare il dolore.Figlio di un mediatore di zucchero, Karl Wilhelm Schnars nasce ad Amburgo nel 1806. Si laurea in medicina a Göttingen nel 1829, e in qualità di medico generico fa ritorno alla sua città natale. Per un decennio, a partire dal 1840, è quasi sempre in viaggio, soprattutto in Italia. Trasferitosi a Napoli, è per alcuni anni corrispondente dell’“Augsburger Allgemeine Zeitung”, nonché membro dell’Accademia Pontaniana. Si occupa di ricerche scientifiche, principalmente di carattere archeologico.