Non a tutti gli uomini è dato imbattersi nella visione della felicità più inebriante. Dopo questa sconvolgente esperienza, solo due scelte sono possibili: vivere per ripeterla; oppure rassegnarsi, da lì in avanti, ad una esistenza senza motivo. A Kea, essa si presenta sotto la forma di un prodigioso ed ipnotico turbine di farfalle multicolori; nella sua musicale lingua madre, petaloùdes. E quando, tormentato dallo struggente desiderio di immergersi di nuovo in quel caleidoscopio fremente di frenetiche ali in volo, egli mette in mare la sua barca per il viaggio più lungo e incerto che un uomo possa affrontare, coloro che continuano a buttare la rete nel mare domato delle isole, con la prospettiva di mangiare ogni sera la rassicurante cena di Koufinissa, non lo potranno mai capire.