Può essere il ricordo della fiamma delle candele del sabato, con la melodia dell’invito alla sposa a entrare e il ricordo degli adulti che si alzavano per accompagnare l’entrata immaginaria del sabato/sposa, oppure il coro della scuola che intona Hava Nagila per ricevere gli ospiti delle grandi occasioni in Aula Magna; o ancora, melodie che cantavamo durante i campeggi della nostra adolescenza o preghiere cantate che i professori ci insegnavano a tradurre e cantilenare. Ogni ebreo ha un bagaglio personale di suoni legato indissolubilmente a ricordi e a momenti rituali particolari. Per questo, il lavoro di Stefania Rescalli e Filippo Zizzo risulta prezioso non solo per chi fosse interessato al mondo e alla cultura ebraica, indissolubilmente connesso ai suoni, alle musiche e alle canzoni, anche nei momenti più tragici delle persecuzioni, nel corso della Storia, ma anche per gli stessi appartenenti alla comunità ebraica, perché ritrovare la storia di quel canto, il periodo in cui è stato scritto, l’autore e il contesto culturale, anche la traduzione, la pronuncia allitterata e il significato sociale di quel canto e di quella melodia, è come ritrovarsi con amici noti da sempre, conoscendoli meglio, ed entrare nel mondo in cui sono nati. Rossana Ottolenghi Luperini