Il primo saggio prevede un'esposizione della più recente ricezione kantiana in ambito analitico. The Bounds of Sense di P. Strawson è l'origine di una netta demarcazione fra un' "interpretazione tradizionale" e una "non tradizionale" delle principali argomentazioni kantiane inerenti al trascendentalismo. Secondo l'impostazione tradizionale si devono tenere distinti i contenuti teoretico-analitici accettabili dell'opera kantiana che risultano essenziali al fine di dare conto dell'intenzionalità del pensiero, da quella dimensione trascendentale, sovrasensibile, che mina la credibilità dell'apparato epistemico teorizzato dal filosofo tedesco. Secondo l'interpretazione tradizionale, Kant ci pone di fronte due mondi: uno dell'esperienza e l'altro metafisico. L'interpretazione non tradizionale oppone a questa teoria quella dei due aspetti: gli oggetti della conoscenza empirica possono essere pensati come esigenze, come ideali della ragione. Nel secondo saggio vengono presentate le linee portanti dell'epistemologia di J. McDowell. Come possono i pensieri essere nel mondo? McDowell risponde facendo ricorso a Sellars e Kant, proponendo il suo empirismo minimale.