Se per molti decenni gli storici hanno ignorato la natura sessuale del secondo conflitto mondiale, studi più recenti hanno dimostrato che sia i nazisti che i sovietici ne fecero un largo uso. L'opera si propone di gettare luce su un fenomeno che non ebbe la forza di entrare nella memoria pubblica del conflitto: la violenza sessuale perpetrata dai soldati dell'Armata Rossa a danno delle donne tedesche. Lo stupro di massa iniziò con l'invasione sovietica dei territori della Germania orientale e continuò per molti anni dopo la fine del Terzo Reich e colpì fino a due milioni di donne e bambine tedesche. Grazie al vasto utilizzo di fonti storiche e di testimonianze, è possibile mostrare le drammatiche conseguenze di questa esperienza; dalle gravidanze indesiderate, agli aborti, alla rapida diffusione delle malattie veneree fino ai suicidi. La vergogna personale unita al desiderio di superare il dramma, alla censura sovietica e all'affermarsi della guerra fredda impedirono l'emergere di tali discorsi. Solamente in tempi più recenti, gli storici hanno tentato di analizzare e scoprire questo volto nascosto del secondo conflitto mondiale.