Il Glioblastoma Multiforme (GBM) è la forma più frequente e maligna tra i tumori cerebrali primari. E' generalmente associato a prognosi infausta e ad una bassa qualità di vita: la sopravvivenza media dei pazienti varia dai 6 ai 15 mesi dalla diagnosi e la recidiva si verifica nell'80% dei casi. Una caratteristica istologica chiave del glioblastoma è rappresentata dall'eterogeneità cellulare e morfologica, e dalla presenza di popolazioni cellulari con diversi gradi di differenziamento. È stato dimostrato che la capacità tumorigenica è limitata ad una piccola sottopopolazione di cellule con proprietà staminali, definite cellule staminali tumorali (cancer stem cells, CSCs). Nello specifico, nel glioblastoma è stata osservata la presenza di cellule tumorali che possiedono caratteristiche di staminalità, in grado di sostenere la propagazione del tumore e guidare la recidiva: tali cellule sono definite Glioblastoma Stem Cells (GSCs). Si pensa che queste cellule siano anche la principale causa del fallimento terapeutico delle attuali strategie radio e chemioterapiche. Abbiamo voluto così testare gli effetti del Pioglitazone come alternativa farmacologica alla cura di questo male.