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R ita Coruzzi ha potuto avviare un dialogo diretto e indiretto con Giovanni Paolo II di cui offre in queste pagine un racconto toccante. Non si tratta del rapporto fra una fan e una celebrity né della cronaca di come un divo mondiale ammalia chi ne sfiora l’aura: è la storia di un riconoscere e di un sentirsi riconosciuti, e se la si vuol dire con la massima che da Alphonse Karr arriva a Yves Congar, “amare ed essere amati”. Una storia detta con pudore e innocenza, nella quale si riconosceranno in tanti che in quella stagione hanno vissuto la loro prima giovinezza e ritroveranno i sentimenti…mehr

Produktbeschreibung
R ita Coruzzi ha potuto avviare un dialogo diretto e indiretto con Giovanni Paolo II di cui offre in queste pagine un racconto toccante. Non si tratta del rapporto fra una fan e una celebrity né della cronaca di come un divo mondiale ammalia chi ne sfiora l’aura: è la storia di un riconoscere e di un sentirsi riconosciuti, e se la si vuol dire con la massima che da Alphonse Karr arriva a Yves Congar, “amare ed essere amati”.
Una storia detta con pudore e innocenza, nella quale si riconosceranno in tanti che in quella stagione hanno vissuto la loro prima giovinezza e ritroveranno i sentimenti di quegli anni.

dalla prefazione di Alberto Melloni

La storia della mia corrispondenza con Karol Wojtyla è quasi incredibile, io avevo quindici anni, ero una ragazzina e mai prima di allora avrei pensato di intrattenere un dialogo epistolare con un papa. Ma a volte nella vita capitano cose davvero strane, a me ne sono accadute molte e la mia “amicizia” con un grande pontefice è una di queste.
Quello che mi spinse a scrivere la prima lettera all’allora Santo Padre Giovanni Paolo II, fu il desiderio di comunicargli la mia guarigione spirituale avvenuta a Lourdes pochi mesi prima. Davanti alla grotta di Massabielle avevo capito che la mia condizione di disabile che mi costringeva a stare sulla sedia a rotelle non era una maledizione come avevo sempre pensato, o un segno dell’abbandono di Dio, ma al contrario era un’opportunità per fare al meglio la Sua volontà. Capii in modo chiaro che i progetti del Signore quasi sempre non sono quelli degli uomini e hanno il potere si stravolgere le vite e portarle a diventare migliori, anche quando sembra inconcepibile.
Avevo molta voglia di annunciare a tutti che il Signore aveva operato in me meraviglie, avevo capito che la mia sofferenza poteva servire, se offerta, a tante persone, ai peccatori ma anche ai credenti, a chi soffriva come me e più di me, e soprattutto alla Santa Madre Chiesa. Papa Giovanni Paolo II era già molto malato e provato dalla malattia che lo stava letteralmente consumando, però andava avanti comunque. Mi chiedevo perché doveva interessarsi a una ragazza come tante altre quando lui era un uomo tanto importante che aveva il peso della chiesa universale sulle spalle.
dall’introduzione dell’autrice

Rita Coruzzi nata il 2 giugno 1986 a Reggio Emilia, dove tuttora risiede. Affetta da tetraparesi, in conseguenza di un intervento chirurgico andato male, dall’età di dieci anni è sulla sedia a rotelle. Della sua esistenza ha fatto una battaglia quotidiana per dimostrare che non ci si deve arrendere mai e che è sempre possibile trovare in sé la forza interiore per affrontare qualsiasi prova. Ha pubblicato diversi libri dedicati alla sua storia e alla sua scelta di fede, ha vinto il Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti, dil Premio Internazionale Stefano Zangheri e il Premio Internazionale Città di Cattolica.