Ferrara ha bassi valori di benessere economico e sociale e stenta a ripetere il “fasto” degli Estensi allora basato su skills ancora attuali: alleanze e relazioni territoriali, strategiche e commerciali; incentivanti politiche d’immigrazione per persone capaci di fondersi con la cultura prevalente; innovazione nelle produzioni a valore aggiunto. 160mila famiglie e circa il 40% ha rapporti con Carife, per 175 anni punto di riferimento per lo sviluppo del territorio, fino all’intervento storico di commissariamento da Banca d’Italia. Banca con intuizioni innovative (suo il primo Bancomat nel 1976) che non diventano strategici vantaggi competitivi per sottostima delle professionalità e dei Piani Strategici. Primo Bilancio Sociale in Italia, nel 1998 e ’99, sussidio di dialogo con non specialisti, abbandonato già nel 2000, forse perché -“[...] il bilancio sociale, significativo strumento[...] di verifica del nostro agire [...]”- poteva essere elemento di trasparenza su posteriori azioni caratterizzate da “razionalità limitata”, “asimmetria informativa”, “opportunismo”, “azzardo morale”. Iniziava un’era autocratica che faceva il bello e il cattivo tempo, a dispetto degli organi di controllo, erogando ai gruppi, credito senza limite senza adeguate garanzie. I crediti agli «amici» diventano sofferenze di bilancio, il cui conto sarà pagato da piccoli azionisti e dipendenti, quando il ciclo si chiude, nove anni dopo: bilancio 2012 a -104,4 milioni e commissariamento il 30 Maggio 2013. Lascia perplessi -per la tutela di azionisti, proprietà e per rispetto agli interventi degli ultimi amministratori- un sistema di controllo che commissaria nel 2013 la nuova governance del Cda 2010 per fotografie ispettive scattate nel 2009, per fatti del 2007. Il “governo e la proprietà” sono un “continuum” nella selezione dei soci col metodo della cooptazione tipico della banca fondata da cittadini non da enti pubblici; centro di potere privato con interessi pubblici. Gli enti indicano, per l’Organo d’indirizzo, con la stessa logica dei soci, la discrezionalità, persone che esercitano legittime azioni di lobbying a favore d’aziende, cooperative e gruppi imprenditoriali locali e innescano sulla S.p.a. altre sofferenze oltre quelle “contratte” lontano dal territorio. La Banca necessita di maggior indipendenza, competenza e capacità d’analisi disinteressata dagli uomini della proprietà. La storia di Carife è finita in un caso di “ir-responsabilità sociale”, per “co-responsabilità” morale di una precisa classe dirigente, in anni definiti, che s’allontana dallo spirito originario di corretta relazione tra “risparmio e attività produttive”: «l’utilità [...] di rendere pubbliche le sue operazioni con tutti i mezzi possibili [...] e [...] che l’istituzione [...] esser dovesse come la moglie di Cesare, contro cui nessuno potesse nemmeno concepire un leggero sospetto», G. Recchi, il primo segretario nel 1848; 175 anni fa, sideralmente lontani dal 1999-2009.