Tutte le culture del nostro pianeta esprimono il concetto filosofico, e antropo- logico, secondo cui il presente è il prodotto del nostro passato e porta con sé l'essenza del nostro futuro. Questo romanzo autobiografico spiega molto bene tale concetto, descrivendo altresì lo sviluppo della prima generazione italo- camerunense, formatasi all’interno del Sultanato di Foumban, Camerun, Africa centrale, attraverso la figura di un italiano, arrivato in queste terre, e più preci- samente in Camerun, durante la seconda guerra mondiale. Il suo incontro con una civiltà che, a prima vista, sembrava tanto diversa, non gli impedì di adattar- si, perfettamente, al suo interno, dando così origine/vita ad una famiglia "tradi- zionale", con una successione di figli, nipoti e pronipoti. La scrittrice Patricia Tomaino Ndam Njoya, nipote di TOMAINO ANGE- LO/Tonino Baracco, ha raccolto informazioni sul nonno Tonino, grazie alle testimonianze della nonna, Assahna, e della madre, Mariangela, risalendo così alle proprie origini, anche le più lontane, quelle che si situano in un piccolo borgo in Calabria, regione del Sud Italia, da dove veniva il nonno. Grazie all’Ambasciata d’Italia in Camerun, è riuscita ad ottenere ulteriori informazioni dalla Biblioteca della Regione Calabria, e il quadro che emerge è quello di una vita non diversa da quella vissuta da lei, dalla madre e dai suoi figli, in terra Bamun. Il primo lavoro effettuato da TOMAINO ANGELO/Tonino Barac- co, su richiesta dell'Amministrazione Francese, da prigioniero, aveva consistito nella costruzione di un ponte sul fiume Nshi. Ma il ponte che Tonino saprà costruire, sarà molto più di un ponte stradale, sarà un ponte interculturale, interreligioso, interpersonale, di grande portata, al punto che ancora oggi, Pa- tricia Tomaino Ndam Njoya ci consente di toccare e attraversare le differenze che trasformano la nostra umanità attiva in un patrimonio incommensurabile.