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Gianni aveva una vita tranquilla prima di essere accusato ingiustamente dell’omicidio della fidanzata Mary: dieci anni di reclusione per un reato che non ha commesso e una sentenza, quella definitiva di terzo grado, che non ha accontentato nessuno, né accusa né tantomeno difesa.E quella che lui chiama giustizia fatta di ingiustizia è stata proprio il carburante per il motore che ha spinto e, in certi momenti di apparente resa, trainato la sua esistenza, creandogli una corazza e una indolenza da permettergli di sopportare tutto e non arrendersi mai, anche quando deve subire angherie e sopraffazioni negli istituti di pena. Così il suo grande e irremovibile pensiero è quello di arrivare alla giusta versione dei fatti. La fortuna dell’incontro con un clochard, che si prende cura di lui dopo la morte dello zio rimasto solo, riesce a dipanare una matassa intrigata e ormai messa nel dimenticatoio assoluto e gli consente di arrivare al vero colpevole e intravedere un po’ di futuro vero.