Il libro è il racconto dell’esperienza che Enzo Infantino, impegnato da anni in difesa dei diritti umani, ha fatto nei campi profughi greci, dove ha portato il suo sostegno solidale alle migliaia di rifugiati, che per mesi hanno sostato forzatamente a Idomeni e negli altri insediamenti governativi. Qui è riuscito a instaurare rapporti sinceri di amicizia con due famiglie curdo siriane e altri, ha contribuito a creare una rete solidale, che ha legato la Calabria alla Grecia, facendo da supporto o intermediario con istituzioni e singoli.Un’esperienza di tale natura meritava di essere raccontata e divulgata, per diventare monito, riflessione, denuncia. Questa la percezione immediata di Tania Paolino, coautrice, questo l’obiettivo del libro, il quale si configura come una miscellanea di vite vere e verosimili. I due autori si sono confrontati e raccontati, perché anche in questo, come in ogni scritto, ci sono immancabilmente spunti autobiografici, insieme hanno guardato e decifrato ogni singola foto o video, raccogliendo il grido di dolore ma anche di speranza di quelle persone, facendosene interpreti e mediatori. Sullo sfondo, sono inseriti la guerra in Siria, il complesso scenario medio orientale, le vicende politiche europee degli ultimi anni. Gli autori si soffermano su questi aspetti, non accessori benché in secondo piano, nel tentativo di fare chiarezza e offrire al lettore un punto di vista differente da quello dato dalla maggioranza dei media occidentali, troppo spesso lontani dalla realtà effettiva, testimoniata da chi da quell’area invece proviene o l’ha semplicemente conosciuta.