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L'idea della scrittura come lingua nella lingua mi ha sempre affascinato. Era da tempo che cercavo di realizzare, con brevi tratti, quello che considero la mia attuale visione dell'espressione poetica in un contesto di generale difficoltà compositiva. Mi sembra di percepire io stesso il senso del limite della caratura espressiva. Ho scelto, così, una linea espositiva a carattere quasi diaristico, con aforismi poetici e varie divagazioni. L'andamento è saltellante, un po' come in certi componimenti dell'avanguardia del secolo scorso ancora attuali. L'ascolto di Berg, di certe sfumature di…mehr

Produktbeschreibung
L'idea della scrittura come lingua nella lingua mi ha sempre affascinato. Era da tempo che cercavo di realizzare, con brevi tratti, quello che considero la mia attuale visione dell'espressione poetica in un contesto di generale difficoltà compositiva. Mi sembra di percepire io stesso il senso del limite della caratura espressiva. Ho scelto, così, una linea espositiva a carattere quasi diaristico, con aforismi poetici e varie divagazioni. L'andamento è saltellante, un po' come in certi componimenti dell'avanguardia del secolo scorso ancora attuali. L'ascolto di Berg, di certe sfumature di Messiaen o dello stesso Bartok possono dare l'idea del tipo di sezioni interne sottintese e dei movimenti che danno senso all'opera, la quale rimane comunque aperta alla rilettura e forse alla rielaborazione. Le parti delle ultime cinque pagine sono state tratte e rielaborate da "Tormentosi affanni" (Abete Grafica, 1986) che considero ancora il primo passo di un lento processo di snodo.