Il volume ha centrato il bersaglio nella individuazione dei mali vecchi e nuovi che caratterizzano la società ed il territorio della Calabria. La costante storica del processo predatorio ai danni di questa regione è senza soluzioni di continuità. I colonizzatori, gli invasori, gli usurpatori e la nuova classe dirigente hanno ostacolato il processo di crescita di questa regione, da un lato, per mantenere inalterati i loro privilegi e, dall’altro, al fine di gestire il potere acquisito per il loro esclusivo interesse. La strategia adottata da tutti i ceti dominanti è stata, per secoli, sempre la stessa: espropriare la masse contadine prima, espropriare i diritti dei cittadini a favore dei propri interessi personali, oggi. Tuttavia, la Calabria non è un “deserto indistinto”; si potrebbe uscire dal tunnel se ci si convince che i veri problemi da risolvere sono di natura etica e culturale. Questo significa che, per una regione come la Calabria, occorrono misure in grado di superare l’emergenza e la straordinarietà, attraverso un alto livello di sensibilità ai bisogni della società e del territorio, unitamente ad una cultura della consultazione e della concertazione tra i cittadini e le istituzioni. Oggi più che mai, infatti, occorre essere in grado di fornire un quadro, coerente e continuo nel tempo, di principi, valori, norme e regole, all’interno del quale inserire delle coerenti ed incisive strategie di sviluppo.